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Spesso abbiamo parlato del nuovo fenomeno che sta colpendo la rete, soprattutto quella dei più piccoli, il SEXTING, negli incontri proposti nelle Scuole (ultimi Medie Barlassina e Lentate sul Seveso) questo argomento è stato trattato con i ragazzi, genitori e docenti.
Vanity Fair il 17 Aprile 2013 ha pubblicato un interessante articolo sui pericoli del SEXTING.
Per leggere l'articolo clicca sopra l'immagine.

Articolo SEXTING - Vanity Fair 17 Aprile 2013

Articolo SEXTING - Vanity Fair 17 Aprile 2013

   

 

 

E' uno dei primi casi in Italia in cui è stata applicata la norma, introdotta dallo scorso ottobre dalla ratifica della Convenzione di Lanzarote, che ha previsto come reato l'adescamento di minorenni. A denunciare la famiglia del bambino di 11 anni grazie all'associazione Meter di don Fortunato Di Noto.

La polizia postale e delle comunicazioni di Catania ha denunciato un uomo di 35 anni, residente in provincia di Siracusa, perché ritenuto responsabile di adescamento on-line di minorenne. E' uno dei primi casi in Italia in cui e' applicata la norma, introdotta dallo scorso ottobre dalla ratifica della Convenzione di Lanzarote, che ha previsto come reato l'adescamento di minorenni.
L'indagine è stata avviata dopo una segnalazione dell'associazione Meter di don Fortunato Di Noto che aveva ricevuto il racconto di un genitore il cui figlio di 11 anni era stato contattato da uno sconosciuto sul social network Facebook ed era stato oggetto di alcune proposte di natura sessuale.
La procura di Catania ha subito autorizzato la polizia postale ad agire sotto copertura e dopo avere conquistato la fiducia del presunto pedofilo, fingendosi un bambino di anni 11, i poliziotti sono riusciti ad ottenere un appuntamento con l'uomo, al quale si sono presentati gli agenti che lo hanno identificato. La perquisizione in casa dell'indagato ha portato al sequestro del materiale informatico. Sono in corso indagini per comprendere se altri minori siano stati adescati.
"La vigilanza di un genitore, la fiducia nel segnalare il tutto a Meter, la percezione della pericolosità di quello che stava avvenendo online per l'inesperienza del minore attraverso i social networks hanno fatto sì che non accadesse l'irreparabile". E' questo il commento dell'associazione Meter guidata da don Fortunato Di Noto.
"Non ci stancheremo mai - continua Meter - di dire che sui social networks i profili dei minori possono risultare pericolosi. Dall'ultima ricerca Meter - somministrata a 770 studenti di età inferiore ai 12 anni - è emerso che il 99% ha un profilo falso e che non percepisce la pericolosità nel frequentare gli spazi web". "L'adescamento online (grooming) - conclude l'associazione - è un fenomeno in espansione che non riguarda solo il minore, ma nel complesso tutta la famiglia che, coinvolta, poi deve essere aiutata a superare questo trauma".

FONTE: Repubblica (16 febbraio 2013)

E' uno dei primi casi in Italia in cui è stata applicata la norma, introdotta dallo scorso ottobre dalla ratifica della Convenzione di Lanzarote, che ha previsto come reato l'adescamento di minorenni. A denunciare la famiglia del bambino di 11 anni grazie all'associazione Meter di don Fortunato Di Noto.

La polizia postale e delle comunicazioni di Catania ha denunciato un uomo di 35 anni, residente in provincia di Siracusa, perché ritenuto responsabile di adescamento on-line di minorenne. E' uno dei primi casi in Italia in cui e' applicata la norma, introdotta dallo scorso ottobre dalla ratifica della Convenzione di Lanzarote, che ha previsto come reato l'adescamento di minorenni.
L'indagine è stata avviata dopo una segnalazione dell'associazione Meter di don Fortunato Di Noto che aveva ricevuto il racconto di un genitore il cui figlio di 11 anni era stato contattato da uno sconosciuto sul social network Facebook ed era stato oggetto di alcune proposte di natura sessuale.
La procura di Catania ha subito autorizzato la polizia postale ad agire sotto copertura e dopo avere conquistato la fiducia del presunto pedofilo, fingendosi un bambino di anni 11, i poliziotti sono riusciti ad ottenere un appuntamento con l'uomo, al quale si sono presentati gli agenti che lo hanno identificato. La perquisizione in casa dell'indagato ha portato al sequestro del materiale informatico. Sono in corso indagini per comprendere se altri minori siano stati adescati.
"La vigilanza di un genitore, la fiducia nel segnalare il tutto a Meter, la percezione della pericolosità di quello che stava avvenendo online per l'inesperienza del minore attraverso i social networks hanno fatto sì che non accadesse l'irreparabile". E' questo il commento dell'associazione Meter guidata da don Fortunato Di Noto.
"Non ci stancheremo mai - continua Meter - di dire che sui social networks i profili dei minori possono risultare pericolosi. Dall'ultima ricerca Meter - somministrata a 770 studenti di età inferiore ai 12 anni - è emerso che il 99% ha un profilo falso e che non percepisce la pericolosità nel frequentare gli spazi web". "L'adescamento online (grooming) - conclude l'associazione - è un fenomeno in espansione che non riguarda solo il minore, ma nel complesso tutta la famiglia che, coinvolta, poi deve essere aiutata a superare questo trauma".

FONTE: Repubblica (16 febbraio 2013)

Quanto tempo i ragazzi stanno su internet?Internet: un ragazzo su 10 al computer per più di 4 ore al giorno.

I numeri e le interviste di Telefono Azzurro ed Eurispes sull'uso del computer nella vita di tutti i giorni di bambini e ragazzi.
Il 64% di vhi ha tra i 7 e gli 11 anni e il 60,6% degli adolescenti  sta al computer fino a 2 ore al giorno.

Quasi la metà degli intervistati ha avuto il primo telefonino entro i 9 anni e un bimbo su 4 lo usa per collegarsi a internet. Senza il web avrebbero "paura di restare tagliati fuori dal mondo"

TRENTO - Filmati a loro insaputa con la web cam in situazioni a sfondo sessuale, venivano ricattati da cyber-truffatori che in cambio di denaro minacciavano di diffondere i filmati in rete. È successo ad una decina di adolescenti trentini che alla fine si sono rivolti alla Polizia postale.

L'episodio si inquadra - osservano gli investigatori - nel fenomeno sempre più diffuso fra gli adolescenti del sexting, che consiste principalmente nello scambio di foto e video a sfondo sessuale, spesso realizzate con il cellulare, o nella pubblicazione in internet tramite chat e social network.
In questo caso i ragazzi, collegandosi ad un sito di 'chatroulette', venivano indotti a masturbarsi. Quindi veniva chiesta loro l'amicizia su un social network e successivamente partivano le minacce di diffondere i filmati in rete. Unica via d'uscita pagare un centinaio di euro.
Di fronte a questo ricatto gli adolescenti si sono rivolti alla polizia che ha avviato indagini per individuare i responsabili. Secondo una recente indagine di Telefono azzurro ed Eurispes, nel  oltre un adolescente su quattro ha ricevuto un sms, un mms o un video a sfondo sessuale.

FONTE: Leggo 11-02-2013

L’ultimo report di Telefono Azzurro mostra una preadolescenza inquieta “Cellulari anche prima dei 9 anni, e oltre due ore di pc al giorno per il 64 per cento degli intervistati”

Bambini che ricevono cellulari anche prima dei 9 anni, bambini che giocano a soldi on-line, una ragazza su 4 che manda foto a sfondo sessuale perché glielo chiede il suo ragazzo, oltre sei bambini su 10 che navigano sul pc fino a due ore al giorno: anche dalla tredicesima indagine conoscitiva condotta da Telefono Azzurro ed Eurispes sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza emerge come, nonostante gli allarmi lanciati in tutti questi anni, non ci siano stati molti progressi. 

 

Foto e reputazione a rischio  

Il 23,6% dichiara di aver trovato on-line pettegolezzi o falsità sul proprio conto. A un adolescente su 5 è capitato di trovare in Internet proprie foto imbarazzanti. Sempre più in crescita tra i ragazzi - soprattutto di 16-18 anni - è il sexting, cioè l’invio di testi, immagini e video a sfondo sessuale. Il 12,3% degli adolescenti dichiara di aver inviato sms o mms a sfondo sessuale e il 25,9% di averli ricevuti, per lo più da amici, dal fidanzato/a e da estranei. Sui motivi ci sarebbe da scrivere un trattato di sociologia: un ragazzo su due non ci vede niente di male, ma quasi una ragazza su 4 lo fa perché le è stato richiesto dal proprio ragazzo. La maggior parte degli adolescenti intervistati si diverte nel ricevere questi messaggi. Al 20% delle ragazze, però, dà fastidio.  

Scattarsi una foto e inviarla ad altri è per lo più vissuto come un gioco: i ragazzi non sono consapevoli di scambiare materiale pedopornografico, che può arrivare nelle mani sbagliate, né tantomeno considerano gli effetti sulle persone ritratte. Tra i 16-18enni, un ragazzo su 10 si è trovato in pericolo dopo aver messo online la foto di sé stesso nudo. 

 

Drogati di tecnologia  


Secondo Telefono Azzurro e Eurispes i ragazzi “hanno una mano sul mouse e davanti agli occhi lo schermo di un pc, con l’altra scrivono messaggi sullo smartphone, un auricolare porta ad un orecchio la musica e con l’altro seguono la Tv”. Il 64% dei bambini usa il computer tutti i giorni fino a 2 ore al giorno. Il 60,6% degli adolescenti naviga fino a due ore al giorno e uno su 10 ci passa più di 4 ore. Cosa succederebbe se non potessero connettersi? Più della metà degli adolescenti avrebbe paura di essere tagliato fuori da ciò che accade nel mondo. Altri temono di essere esclusi dalla cerchia di amicizie e di non trovare un partner.  

Anche i bambini sempre più connessi. Quasi la metà degli intervistati ha avuto il primo telefonino entro i 9 anni. Un bambino su 4 lo usa per collegarsi ad Internet. 1 bambino su 4 ha un computer privato cui non hanno accesso i genitori. Spesso il genitore non conosce neanche le password dei figli più piccoli. I bambini sono sempre più attirati anche dal gioco d’azzardo. Uno su 6 ha giocato a soldi: uno su 10 nelle sale giochi, con videopoker e macchinette o online. 

 

Violenza in rete e nella vita  

Ad un adolescente su 3 è capitato che il partner urlasse, ad 1 su 5 che lo insultasse. Come nel caso del bullismo, l’universo femminile ha un ruolo più attivo di quanto si possa pensare: a 1 adolescente su 4 è capitato che la propria ragazza lo insultasse. Sebbene le violenze più comuni siano quelle verbali, 1 adolescente su 6 dichiara di avere amici picchiati dal partner. Il trend aumenta drammaticamente con il crescere dell’età fino ad arrivare al 21,3% tra i 16 e i 18 anni. Molti adolescenti picchiati sarebbero anche minacciati dal partner di diffondere online foto/video privati. Un terzo degli adolescenti dichiara di aver navigato in siti di immagini pornografiche; seguono i siti che incitano alla violenza o al razzismo; in percentuali più basse siti che esaltano l’anoressia o il suicidio.  

 

Gioco d’azzardo  

Il gioco d’azzardo online resta il luogo prediletto per il 39% degli adolescenti, con una particolare preferenza per le scommesse sportive. Uno su 4, invece, gioca alle slot machine nelle sale giochi. Ad uno su 10 capita qualche volta o addirittura spesso di perdere tutti i soldi che ha a disposizione . Gli adolescenti giocano in maggioranza per divertimento o per vincere soldi. Quasi uno su dieci perché attirato dalla pubblicità.  

 

Eppure c’è la crisi  

Cellulari e giochi d’azzardo non isolano del tutto adolescenti e bambini da quello che accade intorno a loro. Secondo quanto dichiarato dai bambini, un genitore su 10 ha perso il lavoro. Quasi il 40% dei bambini sostiene che la famiglia, negli ultimi mesi, è stata più attenta non solo alle spese extra, ma anche a cibo e vestiti. 

Gli adolescenti mostrano più consapevolezza. Più di un adolescente su 2 ritiene che la propria famiglia sia colpita dalla crisi economica, uno su 4 dichiara che si fatica ad arrivare a fine mese. E la paghetta ne risente: un adolescente su 5 dice di averne avuto una riduzione mentre uno su 3 vi ha rinunciato completamente. Oltre la metà degli adolescenti intervistati cerca di spendere meno soldi per le uscite, per i vestiti, per il cellulare e per le nuove tecnologie. Questa situazione è fonte di timori e insicurezze. Il 37,2% degli adolescenti è preoccupato, spesso o qualche volta, per le difficoltà economiche della propria famiglia. Più di uno su due, invece, è preoccupato di non riuscire a trovare un lavoro da grande.

 

FONTE: 16-01-2013 La Stampa (Flavia Amabile)