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Pubblica su Facebook le immagini hard dell'amica 14enne: due anni e otto mesi

Un 19enne monzese condannato a Milano dopo aver chiesto una "prova d'amore" alla ragazza che si era infatuata di lui. Alla famiglia andranno 100mila euro: "Nostra figlia è stata linciata sulla pubblica piazza".

Le aveva chiesto di fare qualcosa di "speciale" per dimostrargli il suo amore. Di inviargli tramite Whatsapp alcune foto e un video osè, poi finiti isu Facebook e YouTube e girati tra gli amici e conoscenti della Monza bene. Con lei, 14 anni, che è stata presa in giro, umiliata e insultata e lui, il 'bello' della scuola, più grande di cinque anni, che è stato condannato a due anni e otto mesi di carcere e 11mila euro di multa per aver indotto la ragazzina alla produzione di materiale pornografico e per averlo diffuso.

La vicenda per cui il 19enne monzese è stato processato con rito abbreviato dal gup milanese Claudio Castelli, che ha anche disposto un risarcimento di 100mila euro a favore della ragazza, è cominciata l'inverno dell'anno scorso. La minorenne, con una cotta per il suo compagno di scuola, il più corteggiato, aveva accettato la proposta di lui: mandargli con il suo smartphone, come una sorta di "prova d'amore", alcune foto in slip e calze nere, con la promessa che le avrebbe tenute per sé sul suo cellulare. Invece le fotografie in un baleno vengono girate agli amici e ai compagni per poi essere postate su su Facebook. Subito i commenti senza pietà, le cattiverie e gli sfottò della community nei confronti dell'adolescente. Che però ci ricasca.

Il ragazzo, dopo essere sparito per qualche giorno, fa in modo di essere ricontattato. Questa volta alza il tiro e le chiede, come dimostrazione del suo amore, un video in atteggiamenti intimi, assicurandole che mai sarebbe circolato. Lei, sconcertata, si confida con un amico comune - un minorenne figlio di un noto personaggio del mondo dello spettacolo, ora sotto inchiesta con un coetaneo - che la convince, come è stato riferito, spiegandole di dover fare "qualcosa di speciale perché noi delle suore siamo stufi". Il risultato? Il filmato è apparso su YouTube per qualche ora (ovviamente è stato oscurato), la 14enne additata da tutti, insultata e i commenti si fanno più pesanti.

La giovanissima non ce la fa più e racconta tutto ai genitori, che tramite gli avvocati Roberta Succi e Francesco Laratta sporgono denuncia. Da qui le indagini a la condanna. "Abbiamo sempre camminato a testa alta - ha spiegato la madre della adolescente - ma le reazioni attorno alla famiglia e mia figlia sono state davvero assurde. Ancora oggi ci imbrattano i muri e hanno modificato con frammenti di quelle immaginiun video in cui mia figlia canta. Una cattiveria inaudita".

FONTE: LA REPUBBLICA 16-11-2013 (Leggi articolo completo)