Un recentissimo docudrama distribuito dalla piattaforma Netflix, che attraverso interviste ad ex dipendenti di Google, Facebook, Twitter, ecc, mostra come funziona Internet e i Social Network.
Nello specifico si soffermano sulla spiegazione dell’algoritmo che ci invoglierebbe a rimanere connessi per il maggiore tempo possibile. “Perché più restiamo collegati a un social media, più gli introiti della piattaforma aumenteranno.
Gli intervistati, sostengono con fermezza l’idea che “l’umanità sta diventando schiava di uno schermo portatile” (Tristan Harris). Viene mostrato infatti, come l’idea sia che Internet ci manovri. Molto d’impatto è la scena dei“tre alter-ego” che “gestiscono” e richiamano Ben sull’attenti; suscitando l’idea che ci sia qualcuno che ci manipola come se noi fossimo dei burattini. Innegabile vedere come i diversi siti, Social, ci propongano contenuti “calibrati” su di noi, che suscitino il nostro interesse.
Un buon affondo viene anche fatto sul mondo delle fake news e dalla potenza che le notizie hanno e quindi della necessità di una regolamentazione. Molto spesso quello che leggiamo ci condiziona le idee e quindi le scelte; basti pensare al ruolo che hanno avuto e che stanno avendo con il problema del Covid-19. Quindi ho trovato utile il suggerimento di non fermarsi mai ad una sola lettura sull’argomento, ma di cercare la stessa notizia su più siti, giornali.
Molte sono le frasi d’effetto che mi hanno colpito, in modo particolare: “internet come un grande centro commerciale” perché se penso ad Instagram e Tik tok, trovo molto spesso influencer o aspiranti tali che fanno adv (advertising), suggerendo quali trucchi comprare, quali creme funzionano, quali siti vendono strumenti tecnologici a buon prezzo ecc.. L’altra già sentita, ma sempre ad effetto è: “«se il servizio è gratis, molto probabilmente il prodotto sei tu», perché sempre più spesso, e molte volte senza accorgerci, regaliamo i nostri dati, i nostri gusti e le nostre preferenze e “veniamo usati per indagini di mercato”.
Sicuramente un film con parole a volte troppo tecniche e di difficile comprensione per quelli “non del settore”; per certi versi un po’ troppo allarmante e “terroristico”; sicuramente stimolante. Fa riflettere e offre spunti e suggerimenti (come quello di disattivare le notifiche). E questo è sicuramente un ottimo risultato per un film. Per questi motivi credo sia più adatto ad un pubblico di giovani adulti/adulti.
Mi stupisce però che gli intervistati stessi, che hanno colto il problema e i risolti negativi che sta avendo, si sia licenziati, siano usciti e non siano invece rimasti dall’interno per lavorarci e modificare le cose. E’ quindi impossibile? Non si ha interesse a cambiare? La soluzione definitiva è allora quella di cancellarsi da tutti i nostri profili come suggerisce Jaron Lanier ?
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Autore:
Resp. PSICOLOGICA-Progetto MASSERE