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Un po' di chiarezza su Jonathan Galindo, l'uomo con il cappuccio

Negli ultimi giorni diversi genitori e alcuni docenti, in cerca di risposte da dare ai propri alunni, ci hanno contattati per chiederci, in riferimento all’ultimo episodio successo al ragazzino di 11 anni di Napoli, informazioni su Jonathan Galindo (uomo con il cappuccio). Cerchiamo di fare un po' di chiarezza.

Solo 4 giorni fa, un ragazzo di 11 anni si è buttato poco dopo la mezzanotte dal balcone lasciando un messaggio terribile: «Mamma, papà vi amo ma devo seguire l’uomo col cappuccio che ho davanti...non ho più tempo».

Naturalmente le indagini sono in corso, l’ipotesi è che il piccolo possa essere stato vittima del condizionamento psicologico legato a uno dei cosiddetti «challenge dell’orrore», come il noto «blue whale», ovvero quei giochi on-line che spingono all’estremo, sino agli atti di autolesionismo. In questo caso l’attenzione cade su un gioco chiamato «Jonathan Galindo», che mostra un uomo con un cappuccio nero che richiede l’amicizia sui vari canali social (Facebook, Instagram, Tik Tok) perlopiù a giovanissimi.

Bisogna fare una premessa doverosa, spesso queste challenge hanno scarso fondamento di verità, leggende metropolitane che emergono periodicamente, si basano sull’emulazione che può impressionare i più piccoli attirando la loro attenzione.
Purtroppo, come già successo con il caso Blue Whale (Blue Whale, bufala o reale pericolo? / Non esiste un numero di Blue Whale [051 6041111]) e altri casi come Momo (Momo Game su WhatsApp, un'altra Blue Whale?) i Media a volte diffondono in maniera errata e frettolosa il contenuto senza verificare fonti, creando allarmismo e diffondendo maggiormente le paure.

Vengono spesso definite in gergo “creepypasta” (leggende metropolitane), di cui non si riesce a mai a tracciare un confine preciso e che colpisce tutte quelle persone più deboli, piccole, influenzabili.
Il termine deriva dall'unione di "creepy", che tradotto in italiano significa "raccapricciante" oppure "inquietante", per evidenziare la particolare natura di queste storie, di solito il genere dell'Orrore: con lo scopo di intimorire o/e affascinare il lettore, e paste che in inglese significa "incolla". Fenomeno di Internet derivato dalla pratica del copypasta connotato da tematiche horror e in seguito diffusi su Internet

Questo grafico dimostra come la ricerca su Google Italia del termine “Jonathan Galindo” fino a qualche giorno fa era pari a 0. (escludendo un piccolo picco di luglio quando è emerso in America e India)

Lo stesso vale per la ricerca: "uomo con il cappuccio"


Da dove arriva la maschera?

Le foto e i video presenti sul web risalgono al 2012 pubblicate dal creatore di effetti speciali Samuel Catnipnik (Dusky Sam Cut) che ha commerntato personalmente la vicenda dal suo account twitter "Erano per il mio bizzarro piacere personale, non per qualche cacciatore di brivido dei giorni nostri che cerca di spaventare e bullizzare la gente. Se ricevete un messaggio da qualcuno che vuole iniziare qualche gioco, non interagiteci".

Il Pippo incappucciato prende il nome di Jonathan Galindo nel 2017 con foto inquietanti e truffe sui fantomatiche truffe via Social (https://mx.blastingnews.com/showbiz-y-tv/2017/01/jonathan-galindo-disfrazado-de-goofy-y-su-perfil-de-facebook-001385327.amp.html).


Il nostro suggerimento è sempre quello di essere vicini ai propri figli, soprattutto nella fase in cui posseggono una Ferrari (smartphone connesso in internet) senza nemmeno avere la patente. Ricordiamo che come risultato dei sondaggi anonimi che ogni anno facciamo svolgere a studenti e genitori nelle scuole il cellulare connesso ad internet è passato dal "regalo della cresima" a quello della "comunione".
Informatevi sempre su fonti attendibili prima di chiedere ai propri ragazzi diffondendo allarmismo.


Interessante il punto di vista di Massimo Polidoro del Cicap (Il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze)


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