Covid-19 ha sicuramente stravolto la vita di tutti, obbligandoci a cambiare le nostre abitudini, costringendoci a rimanere chiusi in casa, limitando molto le nostre interazioni sociali.
Come primo aspetto sicuramente da sottolineare è che tra tutti i momenti storici in cui poteva capitare, l’essere accaduto durante “l’era digitale” ci sta aiutando ad affrontare e superare alcune di queste barriere. Come spesso diciamo nei nostri incontri, l’avvento di Internet ha i suoi pro e i suoi contro e tra i suoi pro, sicuramente la possibilità di “essere collegati anche con chi è fisicamente distante”, è la potenzialità che più di tutte si sta attivando ora. Infatti attraverso le diverse piattaforme e i diversi Social Network adulti e bambini stanno riuscendo a “tenere i contatti” (con chat, videochiamate) a “ricrearsi una routine (come nel caso delle scuole che ha attivato le video-lezioni) e a “fare comunità (con video, challenge, raccolte fondi ecc).
Per questi aspetti, l’uso di internet durante il Coronavirus sta sicuramente avendo i suoi risvolti positivi, aiutando ad apprezzare quegli aspetti della Rete, che spesso venivano eclissati. Come però spesso accade, ci sono sempre “due lati della medaglia”; quindi accanto alla potenzialità e all’utiltà di Internet, ci sono anche aspetti potenzialmente dannosi.
Una prima riflessione per capire se i ragazzi stanno usando il Web in modo positivo o meno, è osservarli. La quarantena, sta obbligando la maggior parte dei genitori a “stare” con i propri figli e per qualcuno, a conoscerli. Quale occasione migliore per prestare attenzione alla loro relazione con Internet, e magari dedicare del tempo a parlarne insieme, per capire non solo quanto lo usano, ma anche e soprattutto come?. Lo usano per interagire con i loro amici? Passano tutto il tempo su Tik-Tok? (Social Network dove prevalentemente si fanno balletti, scherzi ecc.) usano i videogiochi e mentre lo fanno dicono parolacce, imprecano?. Sembra una banalità, ma durante i nostri incontri, quello che noi facciamo è proprio partire da loro, facendo domande, per capire il loro rapporto con il mondo Internet e molto spesso capita di sentire, anche dai genitori stessi, che per la maggior parte del giorno non sono a casa e non li vedono, che non sanno dare risposta a queste domande.
Detto questo, che è base imprescindibile per poter capire e nel caso intervenire, si è sempre soliti giudicare l’appropriatezza o meno del rapporto minore-Internet, basandosi sul tempo di utilizzo, ma in questo ancora di più, questo non è possibile e poco utile, perchè oggi, come dice il medico e psicoterapeuta dell’ età evolutiva Alberto Pellai “l’online è la porta sul mondo” che prima veniva considerato come fattore di rischio perchè allontanava dalla vita reale e quindi limita dall’acquisizione delle competenze di vita, mentre oggi “ha consentito una buona qualità della vita”.
Per questo motivo, la variabile principale da osservare, oggi più che mai, è l’utilizzo/uso che i ragazzi fanno della rete. Infatti anche la stessa Dipendenza da Internet, (patologia riconosciuta dal DSM- IV) è difficile da definire sulla sola variabile del tempo vista l’attuale necessità della Rete.
Per questo bisogna osservare lo scopo con cui il minore usa Internet. Se è per scopi didattici (ricerche, video lezioni) o sociali (telefonate con amici, videochiamate, chat...). Stessa cosa se pensiamo all’uso del tablet per i bambini più piccoli. Un conto è far vedere un video in solitudine che “lo tiene incollato” e lo estranea, diverso è se l’uso è condiviso con il genitore e serve per offrire stimoli e quindi attivare (come nel caso dei tutorial o dei video delle insegnanti o dei video balletti).
E’ quindi l’uso solitario di Interne che merita attenzione, come nel caso dei videogiochi, molto utilizzati soprattutto dai maschi; dove spesso si rintanano e passano gran parte della giornata. Per come sono strutturati i nuovi videogiochi, essi sono affascinanti e gratificanti con “un potere immersivo” come dice Alberto Pellai. Inoltre se osservati i ragazzi, molto spesso entrano in un loop dove staccarsi è difficile e dove le emozioni di rabbia “vengono fuori” con parolacce, aggressività, che si manifesta spesso anche quando si chiede ai bambini di smettere di giocare. Con delle vere e proprie crisi di rabbia. Questo risvolto negativo dei videogiochi, è stato analizzato anche dalla psicologia, e l’OMS ha infatti riconosciuto il “Gaming Disorder” come una forma di dipendenza che caratterizza il mondo contemporaneo.
E’ quindi importante anche in questo momento, poter stabilire delle regole per l’utilizzo di Internet. Regole che, come spesso sottolineiamo nei nostri incontri, vanno negoziate; definendo orari e tempo di utilizzo (magari avvalendosi di un timer). Inoltre soprattutto con i ragazzi di medie e superiori è bene concordarle, sentendo la loro opinione, le loro esigenze e responsabilizzarli ad un uso consapevole.