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Nel 2004 era un piccolo network per studenti dei college statunitensi, oggi è una nazione da 1,2 miliardi di visitatori mensili provenienti dall’Asia (351 milioni), dall’Europa (276 milioni), dagli USA e dal Canada (199 milioni) e da altri territori.
Una espansione graduale, ma inesorabile, documentata dalla mia mappa dei social network nel mondo, che ha imposto un modello di socialità in rete e di business che produce 5 miliardi di dollari di fatturato.

Oggi gli italiani che visitano Facebook al meno una volta al mese sono 26 milioni. Quelli che lo fanno almeno una volta al giorno sono 17 milioni. Negli ultimi dodici mesi si è avuto un incremento della consultazione in mobilità tanto che oggi gli utenti mensili da mobile sono 16 milioni, quelli giornalieri 10 milioni.

Che ETA' hanno gli italiani iscritti a Facebook?

In questi anni è rimasta pressoché inalterata la suddivisione tra uomini e donne, rispettivamente al 52% e al 46%, con una quota di un 2% di non classificati. Invece ciò che è mutata profondamente è stata la composizione delle età degli iscritti. I primi colonizzatori di Facebook sono stati i 19-24enni che nel 2008 rappresentavano ben il 29% di tutta la popolazione iscritta. Insieme a loro i 25-29enni che erano il 22%.
Oggi la prima fascia rappresenta solo il 18% degli utenti pari a 4,6 milioni di persone e la seconda il 12% ossia 3,2 milioni. In questa redistribuzione dovuta alla massificazione, ha assunto un peso prevalente la popolazione più anziana, soprattutto quella di età 36-45, che ora rappresenta il 21% ossia 5,4 milioni di individui.
Nell’ultimo periodo la coorte che cresce di più, al ritmo di un 40% all’anno, è quella degli ultra 56enni. Cala, da settembre ormai, la fascia dei 13-18enni che anno su anno fa registrare un -10%.

Ad oggi Facebook nel mondo è il SocialNetwork più usato come si vede dall'infografica sottostante:

Fonte: Vincos.it

Dopo aver visto l'esplosione del #selfie, essere passati al #belfie (di dietro) eccoci al #underboobs (sotto).

E’ una tendenza americana che si sta diffondendo anche da noi: consiste essenzialmente in una selfie nella quale (prevalentemente una ragazza) solleva la maglietta spingendosi pericolosamente sul confine della censura, ma fermandosi in tempo.

La voglia di farsi vedere, di ricevere like sta giorno dopo giorno colpendo ragazzi e ragazze quindi con il mano lo smartphone via con una foto sotto la tshirt per mostrare seno e addominali scolpiti.

Più del 80% dei ragazzi di Medie e Superiori ha provato a fare un #selfie, più della metà di loro ha inviato o pubblicato foto "SEXY". 

Instagram non ha censurato alcuna foto con #underboobs, qui potete vedere il tutto.

 

 

In questi giorni anche decine di rodigini sono caduti in questo subdolo tranello del web. A trarli in inganno ancora il social network Facebook. Le vittime si sono viste chiedere l’amicizia da prorompenti ragazze, tutte straniere, seguita da messaggi ammiccanti e immagini osé.

Dopo aver accettato la conoscenza virtuale, trascorso un periodo breve fatto di conversazioni e piccanti confidenze, le ‘nuove’ amiche avrebbero lanciato la consueta proposta: «Facciamo un gioco? Non lo saprà nessuno. Ora mi spoglio io e poi tocca a te».

Una volta ricevuto il video dell’ignara vittima, ecco il ricatto. «Se non mi versi 1000 euro, invierò il video a tutti i tuoi amici, tramite youtube e facebook». Un tunnel senza fine, perchè non si ferma certo con l’invio del denaro: «Si prosegue con altre richieste di soldi, meno elevate ma egualmente stressanti — spiegano dalla polizia postale —. Un piano diabolico fatto di continue email e messaggi in chat, dove i ricattatori sembrano essere a conoscenza di molti particolari della vita privata della vittima prescelta, acquisite proprio attraverso le informazioni presenti sul social. Una tecnica ben collaudata quella delle sexy ricattatrici, che in questo ultimo periodo sta facendo centinaia di vittime. Decine, infatti, le segnalazioni alle forze dell’ordine, relative a strane richieste d’amicizia che molti utenti di Facebook, soprattutto maschi, ricevono da un mese a questa parte, da presunte ragazze straniere.

«Dopo aver raccolto diverse denunce anche in Polesine — spiegano gli agenti — siamo riusciti a risalire alla provenienza delle ricattatrici. Il giro malavitoso avrebbe origine in Algeria e Marocco e dietro alle presunte ragazze si celerebbe, in realtà, una vera e propria banda specializzata in estorsioni in rete». Sarebbero, infatti, utilizzati video e immagini hard rubati al web, appositamente per attrarre i ‘clienti’, inducendoli a eccitarsi e a spogliarsi in diretta.

«L’unica soluzione per porre fine al ricatto — spiega la Postale — è quello di togliersi per un periodo dai social network, così da non poter essere rintracciati. Una piaga quella del sexy ricatto che si complica ulteriormente quando riguarda i minori. I malviventi in questi casi, non si limitano alle richieste di denaro, ma addirittura incutono terrore ai ragazzi, dicendo loro che saranno accusati di pedopornografia».

Diverse le denunce pervenute in questi giorni dalla Polizia postale di Rovigo, ma si presume che i casi siano almeno il doppio, visto che molti rinunciano alla denuncia per paura.

FONTE: RESTO DEL CARLINO (Leggi l'articolo originale qui)

PENSI SIA UN CASO ISOLATO? ECCONE ALTRI:

  • Pornoricatti, è scandalo a Ischia (feb 2014) - Leggi
  • Gang delle studentesse, sexyricatti via skype (feb 2014) - Leggi
  • Sexyricatti a Francavilla (mag. 2013) - Leggi
  • Casoria, lo ricatto con la webcam (mar 2013) - Leggi
  • Pornoricatti su facebook a Bari (dic 2012) - Leggi

Si mettono in mostra e spopolano su social come Ask.fm o Instagram.
Profili di teenager pieni di "selfie" ammiccanti. #SEXTING Esposti senza protezione al lato oscuro del web.

Negli anni 90 "non era la rai" il sogno delle adolescenti italiane desiderose di ottenere il classico quarto d’ora di celebrità.
Era calcare il palcoscenico di uno show quotidiano in onda sulle allora reti Fininvest, passato alla storia perché vivaio di tutta una generazione di poco vestite starlette o aspiranti tali. Ora i teenager italiani – soprattutto ragazzine nate a cavallo degli anni attorno al 2000, ovvero gli appartenenti alla generazione dei Millennial – non sognano più di accalcarsi ai cancelli di Cinecittà,, in cerca di un ingaggio televisivo. Hanno un nuovo e più diretto strumento che garantisce loro visibilità e celebrità in poche mosse: il web, o meglio alcuni angoli del web.
 
Loro si chiamano Sabrina, Sara, Lucrezia, Chiara, Asia, Ester: tutte minorenni, con un uso sapiente dei social network e delle piattaforme blogging sono piccole stelle del web. Molte di loro partono come semplici, belle ragazze molto conosciute nella scuola che frequentano. Il passo successivo avviene tramite Ask.fm, social network assai popolare fra i teenager italiani, noto alla cronaca più che altro per la funzione di "domanda-risposta" anonima, funzione ritenuta alla base di numerosi casi di #CYBERBULLISMO, talvolta sfociati in tragedia. 

Ask.fm non è solo il luogo delle domande e delle risposte anonime, per gli adolescenti italiani: è anche il luogo dove, in un fitto gioco di acerbo corteggiamento, nasce la celebrità de "le più belle ragazze di Ask", pagine dove gli utenti stessi segnalano e condividono foto delle coetanee ritenute più graziose. Le foto lasciano poco all’immaginazione: si tratta di selfie nella maggior parte dei casi, ma in pose ammiccanti. Se alle loro spalle si notano comunissime case e panorami della provincia italiana, in primo piano le foto mostrano – col passare del tempo – ragazze sempre più consapevoli della loro celebrità: all’aumentare dei like e delle richieste di postare foto in pose carine, aumenta anche la notorietà dell’utente. Che, spesso, travalica il ghetto dell’anonimato adolescenziale di Ask e sbarca sugli altri social: con numeri da brivido, se si pensa che foto di minorenni celebri per null’altro che per il loro aspetto fisico raccolgono migliaia di "mi piace" su Facebook e che i loro profili raccolgono altrettante migliaia di follower. Se una liceale dell’hinterland napoletano e aspirante modella ha oltre 86.000 utenti follower su Facebook, cioè molti di più di quanti ne abbiano Daniela Santanché (69.000) o Dario Franceschini (26.000), si comprende la misura del fenomeno. Che genera innumerevoli tentativi di imitazione. Esponendo i meno abili agli attacchi verbali di un numero potenzialmente enorme di utenti anonimi. E i suicidi di minori travolti dalla violenza digitale e dal cyberbullismo sono ormai un dato di cronaca rilevante.

Le più popolari fanno anche un passo successivo: approdano alla moda, o almeno alla versione cittadina e provinciale della stessa. È il caso di Sabrina, provocante bellezza multietnica, passata in pochi mesi dallo status di starlette di Ask a quello di testimonial per piccoli brand: oggi posa in servizi fotografici per pubblicizzare accessori. O anche di Chiara, 16 anni, il cui blog di moda vanta un successo che nasce dal seguito di fan accumulato prima su Ask, a suon di autoscatti in bikini e duckface - ovvero la diffusissima posa a labbra imbronciate - e poi su Facebook, condividendo foto che la ritraevano mentre provava abiti nei camerini delle boutique del centro. Altre, come Dalila, tentano la strada dei concorsi di bellezza. 

I ragazzi non sono da meno: utenti da 16 anni e decine di migliaia follower, sono piccole star tanto di Ask quanto di Facebook.Il numero dei follower, peraltro, tanto in questo caso quanto nei precedenti, non è verosimilmente gonfiato da pacchetti a pagamento,come spesso accade: questi adolescenti hanno un altissimo numero di interazioni con gli altri utenti. Commenti, domande, migliaia per ogni foto: tutto conferma che, nella cerchia dei loro coetanei, queste piccole celebrità nate su Ask stiano davvero vivendo i loro 15 minuti di fama che – per qualcuno di loro – si protraggono con altre esperienze, Ma sempre legate al web: come scrive Sabrina sul suo profilo Facebook, criticando "Uomini e Donne", lo show condotto da Maria De Filippi, "Che senso ha andare in un programma televisivo a cercare un ragazzo?". Meno di 10 anni fa, ragazzine come Sabrina si accalcavano alle porte dei casting per quel tipo di show. Oggi non serve: ci sono Ask.fm – o anche Instagram, Tumblr – per mostrare le proprie foto, farsi conoscere e diventare una celebrity.

FONTE: LA REPUBBLICA (Leggi l'articolo completo QUI)

Su internet le foto di minorenni nude, nel giro anche ragazze di Salerno.Dopo le sette liceali di Cava de' Tirreni gli inquirenti hanno già individuato tre giovani del capoluogo.

SALERNO - I selfie nudi, gli autoscatti delle ragazze minorenni del salernitano aumentano. Non solo più soltanto sette, e soprattutto non solo soltanto di Cava de' Tirreni, le adolescenti che hanno postato su internet le proprie fotografie senza veli in pose che definire maliziose diventa riduttivo. Adesso le giovani coinvolte sono undici.

Tre sono della città di Salerno. Le foto rinvenute dai militari, mano mano che passano i giorni, aumentano completando book fotografici allo specchio in autoscatto. La diffusione di questo materiale oltre a viaggiare su una nota applicazione per telefonini di messaggistica è approdata anche su un applicazione di condivisone foto.

Lo stesso staff prontamente ha eliminato le immagini e consegnato il materiale ai carabinieri che continuano a indagare allargando sempre di più la cerchia. Per il momento nessuna delle ragazze sembrerebbe essere stata fotografata senza il suo consenso e non ci sarebbero stati casi di abusi. Ma gli inquirenti pensano che dietro molte foto ci sia qualche maggiorenne che abbia potuto istigare le adolescenti a inviare quelle fotografie.

Al momento il materiale circola ancora in rete perché non oscurate da nessun server anche per permettere di individuare più facilmente gli artefici delle condivisioni. Le indagini procedono molto velocemente affinché tutte queste foto evitino di finire su circuiti pedopornografici.

FONTE: CORRIERE DELLA SERA (Leggi l'articolo completo QUI)

Infographic: Selfie-Censored

Si è gettata domenica dal tetto dell’ex hotel Palace. Era stata presa di mira sul social network più volte accusato di favorire il cyberbullismo: «Sucidati», «Sei strana, meriti di stare sola». La Procura apre un'inchiesta.

CITTADELLA Ha scritto per chiedere scusa, per non essere dimenticata, perché mamma e papà la perdonassero di averli delusi. Poi si è gettata nel vuoto ed è morta trenta metri più in basso. Non è stata una decisione improvvisa, un colpo di testa: da settimane pianificava la sua morte e aveva confidato il suo disagio manifestandolo anche con atti autolesionisti, ma nessuno aveva capito che faceva sul serio. La quattordicenne di Fontaniva che si è tolta la vita buttatasi domenica pomeriggio dalla terrazza sul tetto dell'ex hotel Palace di Borgo Vicenza a Cittadella ha scritto di suo pugno cinque lettere: una è quella che la nonna ha ritrovato a casa.

Era indirizzata alla mamma e in basso – a caratteri microscopici – la ragazzina annunciava quello che avrebbe fatto. Accanto allo zainetto lasciato sul tetto dell'albergo, i carabinieri hanno trovato altri quattro fogli: un pensiero per i genitori e poi lettere per un'amica e due amici. All'interno c'erano parole semplici: pregava i compagni di perdonarla e di non dimenticarsi di lei, mentre a mamma e papà chiedeva scusa perché li aveva delusi. Non ci sarebbe quindi una spiegazione netta e definitiva del gesto, se non l'enorme fragilità dell'adolescenza e la fatica di crescere che talvolta appare insopportabile ai ragazzi. Una fatica che la giovanissima avvertiva da tempo, di cui non aveva dato alcun segnale in famiglia, ma che aveva confidato agli amici più cari.

Uccidere e uccidersi sono parole che ricorrono spesso nelle sue risposte sul social «Ask.fm». Nella chat cercava di sfogarsi raccontando un mondo che la opprimeva e la sfiancava. La sua non era una posa, ma un dolore vero: si stupiva di se stessa quando sorrideva, come se il sorriso la rapisse da una costante situazione di tristezza, da una dimensione cupa, che forse chi le voleva bene sentiva semplicemente come un modo di atteggiarsi “dark”. Una moda. Eppure utilizzava un'icona a fare da sfondo ai suoi pensieri di morte: l'immagine in bianco e nero di una donna che tiene un cartello con la scritta “help”, aiutatemi. L'ultima richiesta d'aiuto, in fondo, l'aveva lasciata nella lettera alla mamma, in piccolo aveva scritto: “Vado a buttarmi al Palace”.

Gli insulti su Ask. «Fammi una domanda», è lo slogan di Ask.fm. Ad Amnesia (questo il soprannome usato dalla ragazzina suicida) non ne è stata risparmiata nessuna. «Cosa stai aspettando?» «Di morire», rispondeva lei. Un flusso continuo di botta e risposta. Condito da insulti e inviti: «Secondo me tu stai bene da sola!!!!!!!!!!! fai schifo come persona!!!», «spero che uno di questi giorni taglierai la vena importantissima che ce sul braccio e morirai!!!! » (scritto così nel sito, ndr). Senza risparmiarle pesanti allusioni sessuali e proposte oscene, che lei respingeva con battute acide. In questi mesi Amnesia ha risposto 1148 volte alle domande che le arrivavano su Ask. Fino a 9 giorni fa. Poi tutto si è interrotto.

Tra domande e risposte ansie, certezze e paure di ogni adolescente. Il timore di essere grassa e la soddisfazione di esser dimagrita fino a 55 chili. L’accusa di non fumare davvero, di non bere come tutti gli altri: «Sei una ritardata, grassa e culona, fai finta di fumare, ma non aspiri, fai finta di bere, ma non bevi, fai finta di essere depressa per attirare l'attenzione, sei patetica». Con il senno di poi tanti piccoli segnali, tante richieste di aiuto. «Cosa credi che accada dopo la morte? Non lo so diosss, ogni tanto ci rifletto anche D:». «Dove pensi che vivrai tra cinque anni? Vivrò tra 5 anni? wow :')». «Qual è l'ultimo libro che hai letto? Il diario di una ragazza suicida (stupendo tra l'altro)». E quella storia dei tagli sulle braccia, fatti con un temperino. La tempestavano di richieste di foto delle ferite. Aveva ceduto ma poco dopo aveva tolto l’immagine. «Secondo me, i tagli sono tutti delle piccole bocche che gridano aiuto», ammette. «Ti tagli solo per farti vedere...», insistono. «Sì certo, mi rovino la vita solo per farmi vedere, rovino tutto il mio corpo, al punto di non ricordarmi più com’era la mia pelle normale, solo per farmi vedere, certo, è come dici tu, sì», risponde ironica.

Domande anche al fidanzato. Ora che Amnesia non c’è più su Ask non risparmiano domande crudeli neppure al ragazzo con cui era insieme da quasi un mese: «Come farai ora che lei si è suicidata? Ho i miei veri amici vicino che mi aiuteranno a passare questo difficile momento x me, cmq spero che LEI vi distrugga la VOSTRA VITA dall'alto a chi l'ha fatta star male fino a oggi». Ask non si ferma: il flusso di domande è continuo. Tra i ragazzini è quasi un must. È tutto più grande dei loro 14 anni. Ma anche loro sono più grandi di quello che sembrano.

La procura apre un inchiesta. Dopo una ridda di indiscrezioni e di smentite, la Procura di Padova ha deciso di aprire un'inchiesta sulla morte della ragazzina. Il fascicolo è "per atti relativi" sulla morte della ragazzina. L'inchiesta porta la firma del pm Roberto D'Angelo. Un fascicolo senza indagati, e al momento senza un preciso capo d'accusa che, in ipotesi, viste le incitazioni ad uccidersi rivolte alla 14enne sul social "Ask.fm", potrebbero andare dai maltrattamenti all'istigazione al suicidio

Cos’è Ask.fm. Ask è uno tra i social preferiti dagli adolescenti. Va forte tra i 13 e i 16 anni. Creato da un’idea dei fratelli lettoni Ilya e Mark Terebin, è un social network con 60 milioni di iscritti. Una gran parte sono under18. È basato sul meccanismo della domanda e risposta. Ognuno ha un profilo personale e c’è uno spazio bianco per porre domande: la casella «Chiedi in forma anonima» è già flaggata. Di base quindi ci si parla senza conoscersi. Tra gli adolescenti serve per rinfacciare quello che a volte non si ha il coraggio di dire in faccia. Per insinuare, per offendere, per vendicarsi, per minacciare. Funziona molto meglio da quando c’è l’app per il telefonino. È come un sms: un trillo e ti arriva una domanda. Puoi rispondere in poche parole. E poi forse te ne arriva un’altra. Per tanti ragazzi diventa compulsivo, quasi un’ossessione. In questi anni Ask è stato trascinato sul banco degli imputati per i fenomeni di cyberbullismo. Ask però è un mezzo come un altro. È un social che gli adulti non conoscono, a cui la scuola non riesce a educare. Su Ask Amnesia non era poi così debole. La vita invece l’ha travolta.

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Fonte: Il Mattino di Padova