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EDINBURGO - Un dodicenne violenta una bambina di 9 anni dopo aver visto un porno. «Volevo sentirmi grade», ha dichiarato oggi al Daily Mail, a distanza di due anni dal fatto.
Il caso, che ha sconvolto il Paese ha dimostrato quanto possa essere pericoloso e deviante un uso incondizionato e incontrollato della rete da parte dei minori.
L'avvocato del ragazzo ha dichiarato: «Si tratta di un'emulazione di un atto adulto.
Gli è stato concesso libero accesso a Internet e, all'età di 12 anni, ha avuto l'accesso a materiale pornografico». Il giudice, come condanna, decise per lui, non il carcere, ma una struttura in cui potesse essere seguito.

Il fatto venne alla luce solo quando la bambina si sentì male e disse alla madre di temere di avere un bambino nella pancia.
Da quelle parole la madre cercò d indagare e si scorpì che la piccola era stata ripetutamente violentata in un capannone, luogo che ricordava l'ambientazione del porno.

FONTE: LEGGO 1-6-12

La Commissione Europea denuncia: i giovani condividono troppi dettagli privati sui social network esponendosi al grooming (l'adescamento tramite Internet) o al cyber-bullismo.

Quanto sono protetti i minori su Facebook & Co? Se lo è chiesto la Commissione Europea, che ha pubblicato i dati di una ricerca sul tema. Quattordici siti (oltre a Facebook: Arto, Bebo, Giovani.it, Hyves, Myspace, Nasza-klaza.pl, Netlog, One.lt, Rate.ee, SchülerVZ, IRC Galleria, Tuenti e Zap.lu) sono stati passati al setaccio, e altri nove saranno studiati entro la fine dell'anno. I risultati, per quanto migliori rispetto al 2010, non sono ancora sufficienti. Infatti solo due social network, Bebo e MySpace, rendono automaticamente inaccessibili i profili dei minori al di fuori dei contatti scelti. Mentre sono quattro (oltre ai due citati sopra, anche Netlog e SchuelerVZ) quelli preimpostati per impedire ai «non amici» di contattare gli utenti minorenni.

Al contrario, sugli altri dieci siti testati, anche gli sconosciuti possono inviare ai minori messaggi personali o commenti sui profili pubblici. Nel mirino della Commissione Europea sono finite soprattutto le tag delle foto: facilitano le ricerche online di immagini, esponendo i ragazzini al grooming (l'adescamento tramite Internet) o al cyber-bullismo. La ricerca, condotta tra dicembre 2010 e gennaio 2011, fa parte degli studi della Commissione per l'autoregolamentazione dei social network secondo i principi dell'Agenda digitale europea, volta ad aumentare la fiducia nella rete. «I giovani» mette in guardia Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea responsabile dell’Agenda digitale «non sono pienamente consapevoli delle potenziali conseguenze della pubblicazione on line di troppi dettagli sulla loro vita privata. L’educazione e la guida dei genitori sono sì necessarie, ma vanno integrate con altre forme di protezione che si devono protrarre finché i giovani non saranno pienamente consci delle conseguenze delle loro azioni».

Fonte: Repubblica D (Ilaria Lonigro)

Dal social network un giro di vite sui profili dei più piccoli, che spesso accedono mentendo sull'età.
Le identità della famiglia saranno collegate, per rispettare la legge federale e proteggere i più piccoli.

IL WEB E I BAMBINI, un argomento delicato. Nell'epoca della condivisione in tempo reale di dati, foto e video, proteggere i minori da possibili usi criminali o abusi non è impresa semplice. In quest'ottica, Facebook sta sviluppando una tecnologia che consentirà ai bambini con meno di 13 anni di usare il social network sotto il controllo dei genitori. Al momento infatti i minori di 13 anni non possono accedere a Facebook, ma molti bambini mentono sulla loro età. Mettendo così in difficoltà l'azienda, tenuta al rispetto della legge federale che prevede che i siti ottengano il consenso dei genitori prima di raccogliere i dati personali dei minori.

Account collegati.
Secondo un rapporto dei consumatori dello scorso anno, sono stati 7,5 milioni i bambini con meno di 13 anni a usare il sito, di cui 5 milioni con meno di 10 anni. Uno studio commissionato da Microsoft Research diffuso lo scorso autunno ha rivelato che il 36% dei genitori è a conoscenza dell'uso di Facebook dei propri bambini.

Stando a quanto riportato da alcune fonti vicine ai dirigenti di Facebook, il meccanismo al vaglio del social network prevede che gli account dei bambini siano collegati a quelli dei loro genitori, in modo che questi possano autorizzare le amicizie dei figli e le applicazioni da usare. "Studi recenti evidenziano quanto sia difficile far rispettare i limiti di età su internet, soprattutto quando i genitori autorizzano i figli ad accedere ai contenuti e ai servizi della rete", dice Facebook al Wall Street Jornal, aggiungendo che l'azienda è  "in continuo contatto con azionisti, autorità e altri legislatori sul modo migliore per aiutare i genitori a garantire la sicurezza dei loro figli nella rete in continua evoluzione". Mentre gli utenti di Facebook sono chiamati ad esprimere il voto sulla tutela della privacy, il social network più frequentato del mondo stringe la morsa sulle possibili insidie per i più piccoli e nello stesso tempo richiama i genitori al monitoraggio dell'uso di internet per i propri figli.

Privacy al vaglio degli utenti.
Per una settimana su Facebook si potrà votare sulle novità che riguardano il trattamento dei dati personali. Tra i 900 milioni di iscritti chi vorrà, su un'apposita pagina potrà esprimere un'opinione sul mantenimento del vecchio sistema di privacy, o optare per le nuove proposte e sull'ipotesi di abbandonare o meno la timeline. Un referendum che nelle intenzioni di Zuckerberg dovrà raggiungere il 30% dei pareri (circa 270 milioni di persone) perchè possa essere considerato vincolante. Altrimenti i voti raggiunti saranno considerati solo come opinione.

FONTE: REPUBBLICA 4-6-2012

Adescava su Facebook ragazzi minorenni, e poi li violentava sessualmente. Con l'accusa di violenza sessuale e pedofilia, un 38enne autista di una ditta specializzata in gite scolastiche, è stato arrestato in provincia di Pisa al termine di un'inchiesta della Polizia Postale, durata un anno. Secondo quanto emerso, l'uomo si registrava sul social network con profili falsi, si fingeva un coetaneo delle vittime e dava loro appuntamento, dopo esserci entrato in confidenza. Poi, quando riusciva a incontrare le vittime, tutti maschi di età tra i 13 e i 17 anni, li violentava, nei parcheggi o in aree isolate. Otto di loro sono stati rintracciati, e hanno confermato gli abusi subiti. Nel computer del 38enne sono state trovate centinaia di foto pedopornografiche, alcune anche dei nipotini figli della sorella. Il pedofilo è stato portato nel carcere Don Bosco di Pisa. L'uomo era già stato processato in passato per lo stesso genere di reati.

Fonte: www.amicipoliziapostale.com

Rete sempre più pericolosa per i minori. Una ragazza di 14 anni minacciata da un giovane di 22 via Internet: è stato arrestato dalla Polizia Postale grazie all'indirizzo IP da cui si collegava.

MONZA - Un'accusa pesantissima: aver minacciato una quattordicenne per costringerla a mostrarsi nuda sul web. Questo il capo d'imputazione che ha portato al fermo di un 22 enne residente in provincia, arrestato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Lombardia per reati inerenti la pornografia minorile. Le indagini sono partite sette mesi fa, a novembre del 2011: gli agenti sono riusciti a risalire all'abitazione del giovane tramite l'indirizzo IP che usava per collegarsi a Internet. Nel mirino era finita una ragazzina di 14 anni.
Ma non era l'unica: stando a quanto si apprende, richieste ci sarebbero state nei confronti di altre ragazzine, di età anche inferiore.

L'uomo avrebbe anche piazzato telecamere nascoste in bagni e spogliatoi femminili per rubare immagini. Una storia che fa riflettere. Resta sul tavolo la domanda su cosa ci facessero in rete potenziali vittime così giovani. La Polizia Postale ha più volte messo in guardia dai pericoli connessi all'utilizzo di cellulari e web da parte dei minori: oltre ai ricatti a sfondo sessuale e allo stalking online, ci sono anche il bullismo e le minacce.

Fonte: MonzaToday

LA PIGRIZIA | Esiti preoccupanti dall'indagine annuale su "Abitudini e stili di vita degli adolescenti" della Società italiana di pediatria. In Italia cresce una generazione "statica" al cui interno aumentano il fenomeno dell'obesità e i comportamenti a rischio legati a internet, come il cyberbullismo

ROMA - Si muovono sempre di meno. Stanno ore seduti a scuola e anche a casa davanti alla tv o al computer. Sono pigri, anzi pigrissimi. Buttati sul divano a seguire la puntata di una fiction, magari mangiando uno snack, o seduti per chattare o mandare messaggi su Facebook al pc. Una generazione seduta, con oltre il 60% degli adolescenti che trascorre tra le 10 e le 11 ore quotidiane tra la sedia in classe e la poltrona di casa. Persino la televisione, dopo anni di calo,  sta tornando tra le abitudini dei ragazzi e quando si spegne la tv, si accende il computer, soprattutto di notte. Questa fotografia della generazione dei ragazzi 'pigri' emerge dall'edizione 2011-2012 dell'indagine "Abitudini e stili di vita degli adolescenti", realizzata dalla Società italiana di pediatria (Sip), che ha coinvolto un campione nazionale rappresentativo di 2081 studenti.

Più ore davanti alla tv. Per la prima volta, da tre anni a questa parte, sono di nuovo aumentati coloro che la guardano per più di tre ore al giorno (17,3%). Ma fiction e partite di calcio non si sostituiscono, ma si aggiungono, al pc e al web che continuano ad essere interessi in crescita.

"La sedentarietà è un determinante importante dell'obesità, quindi della sindrome metabolica come fattore predisponente delle principali malattie cardiovascolari, degenerative e tumorali dell'adulto e dell'anziano - spiega Alberto Ugazio, presidente della Sip - . Inoltre non bastano le due ore a settimane di sport per recuperare quelle passate seduti. Ulteriore conferma degli stili di vita errati è il fatto che il mezzo utilizzato più spesso per andare a scuola è l'auto, nel 43,1% dei casi".

"E' una tendenza preoccupante in una età in cui il movimento è importante sia per il benessere fisico che psichico - spiega Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma - . L'eccesso di sedentarietà influisce negativamente sull'umore, perché l'assenza di movimento riduce l'ossigenazione del cervello, rallenta la produzione di endorfine e di dopamina, sostanze chimiche prodotte dal nostro organismo che sono associate alle sensazioni di benessere e al senso del piacere". 

Schiavi di Facebook e smartphone.
Facebook e gli smartphone sono ormai fenomeni di massa. Sono otto su dieci i tredicenni che hanno il profilo su Facebook (il 79,8%, con un altro 6,5% che vorrebbe averlo a breve),  mentre appena un anno fa erano il 10% in meno. E il 65% possiede un cellulare che permette di navigare on line. In città i comportamenti a rischio sono maggiori A collegarsi alla rete per più di 3 ore al giorno è il 17% (media nazionale) dei ragazzi, ma la percentuale sale al 25,4% nelle grandi città. Ad avere il profilo sul Facebook è l'80% (50% nel 2009 , 61%  nel 2010) che diventa 85% nelle grandi città si supera l'85%. E nell'ambito della navigazione in rete, i comportamenti potenzialmente pericolosi sono praticati maggiormente proprio dagli adolescenti che vivono nelle aree metropolitane.

Offese e molestie, esplode il cyberbullismo. Se le giornate si passano sempre di più al computer, anche i comportamenti degli adolescenti si trasferiscono on line. Cala infatti il bullismo classico, ma preoccupa il 'cyberbullismo'. A dichiarare, infatti, di aver assistito ad atti di bullismo è il 54% del campione. Un dato minore rispetto al 61,5% registrato lo scorso anno e rispetto al 75% del 2008. Quasi dimezzate dallo scorso anno sia la percentuale di chi pensa che un ragazzo o una ragazza prepotenti siano in gamba (dal 4,5 al 2,4%), sia quella di chi considera una spia chi riferisce gli episodi subiti (dal 10,5 al 5,1%). Accanto a questi dati complessivamente confortanti c'è però una realtà 'sommersa' costituita appunto dal cyberbullismo, ovvero persecuzioni, offese e molestie perpetrati in rete, soprattutto attraverso i social network. Lo registra già il 43% degli adolescenti, percentuale che sale al 62% tra i grandi utilizzatori del web.

Pericoli di internet. "In rete c'è un mondo parallelo in cui si ripropongono dinamiche relazionali in parte simili a quelle che si verificano nel mondo esterno - dice Oliverio Ferraris - . In più è possibile nascondersi dietro l'anonimato. Un altro aspetto è quello delle alleanze che si possono formare rapidamente tra gli internauti sulla base di 'voci' fatte girare ad hoc per perseguitare qualcuno. Poi ci sono le immagini messe in rete senza il consenso dei soggetti che vi sono rappresentati. E' importante che i ragazzi conoscano i pericoli in cui possono incorrere e imparino a gestire con cautela le iniziative che prendono".

Il sondaggio. Una vita 'poco sana' quella emersa dai dati dello studio che è confermata dai risultati del sondaggio del progetto Zheng Un amico, un servizio gratuito di aiuto e ascolto psicologico per adolescenti su Facebook. Dalle risposte emergono ragazzi vittime di droghe e bullismo. Uno su 5 ammette infatti aver fatto uso di droghe, uno su tre di fumare e uno su cinque di coloro che hanno superato i 15 anni di bere alcolici fuori pasto. Sono vittime del bullismo soprattutto i maschi, nel 30% di casi, mentre le femmine nel 20%. Il dato cambia se si parla invece di cyberbullismo: ne è vittima il 25% delle ragazze e il 15% dei ragazzi. Infine il 45% del campione ha avuto rapporti sessuali completi, nel 27% dei casi prima dei 14 anni.

Fonte: Repubblica-Salute 10 Maggio 2012 (Valeria Pini)